E' morto il Babu

È morto il Babu. Ho conosciuto mia moglie dieci anni fa e ci siamo sposati nel 2005. Ci siamo sposati su un prato. La musica di Bach si miscelava con i cori africani dei parenti di mia moglie Florence giunti per l'occasione dal Kenya. Ho conosciuto Florence in Italia dove si era trasferita da qualche anno. Una migrante? Un'extracomunitaria? Direi una persona, una bella persona.

L'incontro con mia moglie ha corrisposto in qualche modo all'incontro con l'Africa nera, un incontro che ha concorso in modo decisivo, mi pare, alla mia crescita.

Uno dei regali più grandi che mi ha fatto l'Africa é senza dubbio l'incontro col nonno di mia moglie, il Babu. 

Di lui mi hanno subito colpito tre cose: l'ironica fierezza, la fermezza su alcuni principi fra i quali il rispetto degli impegni e il tempo di cottura della polenta (piatto nazionale keniano), il profondo rispetto per il trascendente.

Ieri é morto. Sua figlia Esther, mamma di mia moglie, lo ha accudito negli ultimi giorni. Lo ha portato con sé alla Tishi's Farm, la struttura a cui ho dato vita negli anni scorsi dove vive ella stessa, ma lui ha voluto tornare nella sua Kaloleni, nell'interno, dove la sua morte si sarebbe compiuta più armonicamente. 

Non ho ancora parlato con Esther, ma immagino che sia morto come è vissuto: con ironica fierezza, fermezza sui principi, rispetto per il trascendente.

Tutto ciò ha un qualche collegamento con i temi che tratta questo blog? A mio giudizio si perché il suo è un bell'insegnamento. Dovremmo tutti quanti essere fieri di ciò che facciamo, ma non prenderci troppo sul serio, capire su quali principi non siamo disposti a transigere e vivere con la consapevolezza che non siamo poi così padroni della nostra vita.

Anche questi sono fattori di successo ed è su questo genere di temi che si svilupperà questo blog.

Alessandro Chelo

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Babu James


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